bgiles@coyotesong.com
http://www.dimensional.com/~bgiles/debian-tt.html
.
Traduzione a cura di Giovanni Bortolozzo,
borto (at) pluto.linux.it.
Una installazione di Linux tipicamente contiene parecchi insiemi indipendenti di font e metriche di font. Un'occhiata veloce al mio sistema rivela font e metriche di font sparse nelle seguenti directory:
XFree86
conserva i suoi font in /usr/X11R6/lib/X11/fonts/
;Ghostscript
li conserva in /usr/lib/ghostscript/fonts/
;TeX
li tiene in /usr/lib/texmf/fonts/
;kbd
di Debian mette i suoi font in
/usr/share/consolefonts/
; Groff
conserva le sue metriche in
/usr/share/font/devps/
; Enscript
(convertitore da ASCII a PostScript) tiene le sue
metriche in /usr/share/enscript/*.afm
.Neanche a dirlo, questi font non sono coordinati.
I font TrueType sono stati progettati per eliminare questo problema permettendo che gli stessi file di font siano usati sia per la visualizzazione che per la stampa. Questo Howto prova a mostrare come usare questi font TrueType per la visualizzazione, la stampa e la preparazione di documenti su sistemi Debian GNU/Linux.
Le informazioni in questo documento sono, al meglio delle mie conoscenze, corrette. Comunque questo HOWTO è ancora in versione preliminare e quel che funziona per me potrebbe non funzionare per qualcun'altro. Anche se funziona, non sono uno scrittore tecnico professionista e sono noto per sorvolare sui dettagli critici.
Quindi divertitevi, ma giocando sicuri e facendo dei backup.
Creato da Bear Giles,
<bgiles@coyotesong.com>
I miei ringraziamenti vanno a:
<brion@pobox.com>
, che ha scritto il
(preliminare) TrueType HOW-TO (http://pobox.com/~brion/linux/TrueType-HOWTO.html)
<meldroc@frii.com>
,
che ha scritto l'
XFree86 Font Deuglification HOW-TO (http://www.frii.com/~meldroc/Font-Deuglification.html)
Questi link non discutono direttamente questioni relative ai sistemi o i pacchetti Debian, ma possono risultare comunque interessanti per i lettori di questo mini-HOWTO.
(http://www.kegel.com/linux/tt.html)
(http://www.hex.net/~cbbrowne/xfonts.html)
(http://king.ccrc.wustl.edu/~zubin/fonts.html)
(http://www.mindspring.net/~john_mcl/adding_fonts.html)
Commenti, correzioni, aggiunte e critiche sono sempre benvenuti. Mi si può raggiungere a bgiles@coyotesong.com.
Il motore FreeType è un motore libero e portabile per il rendering TrueType. Il codice è una buona implementazione totalmente indipendente da quelle di Apple o Microsoft (comunque recentemente è sorto un problema riguardo un possibile brevetto della Apple). FreeType è una libreria non un server per i font o una libreria completa per il rendering del testo.
Questa è la prima stesura e mi aspetto di cambiarla significativamente
dopo la sua pubblicazione. Invito a fare riferimento all'ultima
versione a
http://www.dimensional.com/~bgiles/debian-tt.html
.
La home permanente per questo documento alla fine sarà a
http://www.coyotesong.com/
Prima di tuffarci nell'impostazione dei font TrueType sotto X, rivediamo la differenza tra punti e pixel... e perché ce ne preoccupiamo tanto.
Tutti i font visualizzati sono misurati in punti. Un pollice è esattamente 72 punti. Perché 72? In parte a causa delle limitazioni delle macchine tipografiche meccaniche e in parte perché è sempre divisibile per 2, 3, 4, 6, 8, 9, 12, 18 e 24. Non è male notare che l'unità predefinita in PostScript è un punto.
(Nota storica: Ho mentito. Prima dell'introduzione di PostScript un pollice era esattamente 72,27 punti, ma tale dimensione del punto era stata impostata nell'epoca delle stampatrici meccaniche con stampi in metallo. Con gli schermi dei computer e le stampanti laser è semplice ottenere font di qualsiasi dimensione e quindi 72 ha molto più senso per le ragioni suddette.)
Come regola generale, la maggior parte del testo dovrebbe essere tra i 7 e i 12 punti. Qualsiasi cosa più piccola di 6 punti è detto letteralmente «fine print». Le stampanti ad aghi usano caratteri a 9 o 12 punti (rispettivamente per 8 o 6 righe/pollice).
Viceversa, ultimamente tutti i driver video devono misurare i font in pixel. Per il proprio driver video, il proprio schermo è 1024x800 pixel, non 10 per 8 pollici (o 720 per 576 punti).
Per passare da punti (usati per specificare la dimensione dei font) a
pixel (usati per i riferimenti nella memoria video) si deve conoscere
la risoluzione del proprio schermo. Questa è solitamente misurata in
«punti per pollice» (dpi) (Ndt: «point» sono i punti usati per
misurare i font, mentre questi punti sono «dot»), sebbene siano in
realtà pixel per pollice. Questa è l'unità di misura utilizzata in
due insiemi di font bitmap inclusi con XFree86: l'insieme
fonts-75
è pensato è per l'uso con schermi di fascia bassa con
una risoluzione di circa 75 dpi, mentre fonts-100
è pensato
per schermi di fasci media con una risoluzione di circa 100 dpi. Non
ci sono font bitmap per l'uso con schermi di fascia elevata con
risoluzione oltre i 120 dpi.
Come esempio concreto, uno schermo di 13" di diagonale (11.1" utilizzabili) che visualizza un'immagine di 640x480 pixel ha una risoluzione di 72.0 dpi. Questa Non È Una Coincidenza. Infatti, la maggior parte delle pagine web (e applicazioni Microsoft) sono progettate attorno ad uno schermo canonico con una risoluzione di esattamente 72 dpi. La configurazione predefinita di XFree86 assume uno schermo con una risoluzione di 75 dpi.
Tornando al mondo reale, nessuno usa più i video a 640x480, così come nessuno usa più schermi con 13" di diagonale. Poiché le schede video sono migliorate più velocemente dei monitor non è strano avere una configurazione come la mia: schermo con 19" di diagonale (più di 17" usabili), 1600x1200 pixel, risoluzione di 117 dpi.
Se utilizzo una configurazione standard di X, tutti i miei font sono approssimativamente 2/3 delle dimensione voluta. Non è un'esagerazione dire che tutti i font sembrano ridotti di «un'ordine di grandezza»: i font più grandi (12 punti) sembrano quelli medi (9 punti), mentre i font medi (9 punti) sembrano quelli piccoli (6 punti).
Si possono fare tre cose per correggere questo problema. Per prima cosa si dovrebbe dire al server X la risoluzione reale del proprio schermo:
/etc/X11/xdm/Xservers
#:0 local /usr/X11R6/bin/X -bpp 16
:0 local /usr/X11R6/bin/X -bpp 16 -dpi 120
Poi, ci si deve assicurare di usare come font bitmap preferenziali quelli a 100 dpi piuttosto di quelli a 75 dpi:
/etc/X11/XF86Config
Section "Files"
RgbPath "/usr/X11R6/lib/X11/rgb"
FontPath "/usr/X11R6/lib/X11/fonts/100dpi/"
FontPath "/usr/X11R6/lib/X11/fonts/75dpi/"
FontPath "/usr/X11R6/lib/X11/fonts/misc/"
FontPath "/usr/X11R6/lib/X11/fonts/Type1/"
FontPath "/usr/X11R6/lib/X11/fonts/Speedo/"
EndSection
Per finire, se il server X
non trova un font bitmap che
corrisponde esattamente a quanto richiede, proverà a «scalare» un font
simile replicando i pixel («pixel replication»). Raramente i
risultati sono piacevoli da usare. Assumendo di possedere un sistema
ragionevolmente potente, possiamo dire al server di usare i font
scalati per default, poi i bitmap per le corrispondenze esatte e come
ultima risorsa i bitmap scalati.
/etc/X11/XF86Config
Section "Files"
RgbPath "/usr/X11R6/lib/X11/rgb"
FontPath "/usr/X11R6/lib/X11/fonts/Type1/"
FontPath "/usr/X11R6/lib/X11/fonts/Speedo/"
FontPath "/usr/X11R6/lib/X11/fonts/100dpi/:unscaled"
FontPath "/usr/X11R6/lib/X11/fonts/75dpi/:unscaled"
FontPath "/usr/X11R6/lib/X11/fonts/misc/"
FontPath "/usr/X11R6/lib/X11/fonts/100dpi/"
FontPath "/usr/X11R6/lib/X11/fonts/75dpi/"
EndSection
Sono appena venuto a sapare che XFree86 supporterà le comunicazioni DDC, se sia il monitor che la scheda video le supportano. Ciò permetterà al server X di interrogare il monitor sulle sue reali dimensioni fisiche, permettendogli così di calcolare automaticamente le impostazioni DPI corrette.
Si dovranno ancora fare le modifiche appropriate al proprio font path poiché al server non dovrebbe essere permesso ignorare le impostazioni esplicite dell'utente in base a ciò che ha scoperto.
X
Ogni volta che si fanno delle modifiche ai file di configurazione di
X11, è un'idea eccellente disabilitare XDM
mettendo exit 0
da qualche parte all'inizio del file. Se non lo si fa e X
per
qualche ragione non riesce a partire, XDM
metterà il sistema in
un brutto circolo vizioso dal quale è difficile uscire. Uomo
Avvisato, Mezzo Salvato.
X
e i font server)A rigore, non è assolutamente necessario impostare dei font
server per usare i font TrueType con i server X
. Se si vogliono
usare file statici invece di un font server, si vedano le istruzioni
per impostare i font TrueType per ghostscript
.
xfs
A questo punto assumo si abbia un file /etc/X11/XF86Config
funzionante che carica le directory specificate esplicitamente nel
FontPath
. Lo si convertirà per usare il font server xfs
.
XFS
Se non lo si è già fatto, si installi
main/binary-*/x11/xfs_*.deb
.
XFS
Si editi /etc/X11/xfs/config
e si cambi catalogue
per
contenere la propria FontList
. Si può desiderare anche cambiare
il valore di default-resolutions
(risoluzioni predefinite).
/etc/X11/xfs/config
# percorsi nei quali cercare i font
catalogue =
/usr/X11R6/lib/X11/fonts/100dpi/:unscaled,
/usr/X11R6/lib/X11/fonts/75dpi/:unscaled,
/usr/X11R6/lib/X11/fonts/misc/,
/usr/X11R6/lib/X11/fonts/Speedo/,
/usr/X11R6/lib/X11/fonts/Type1/,
/usr/X11R6/lib/X11/fonts/100dpi/,
/usr/X11R6/lib/X11/fonts/75dpi/
# x1,y1,x2,y2,...
default-resolutions = 100,100,75,75
XFS
Riavviare XFS
nel modo solito di Debian:
shell di root
# /etc/init.d/xfs restart
XFS
stia funzionando
Prima di modificare il file XF86Config
, si dovrebbe verificare
che il server xfs
stia funzionando elencando i font tramite il
font server:
shell utente
$ fslsfonts -server unix/:7100
-adobe-courier-bold-i-normal--0-0-0-0-m-0-iso8859-1
-adobe-courier-bold-o-normal--0-0-100-100-m-0-iso8859-1
-adobe-courier-bold-o-normal--0-0-75-75-m-0-iso8859-1
....
/etc/X11/XF86Config
per usare xfs
Ora si è pronti per dire al server X di usare il font server xfs
.
Si mantenga un font path statico come posizione di ripiego in caso di
problemi con xfs
(conviene mantenere «misc» poiché contiene
fixed
, il font predefinito).
/etc/X11/XF86Config
Section "Files"
FontPath "unix/:7100"
FontPath "/usr/X11R6/lib/X11/fonts/misc/"
EndSection
X
Riavviare X
con startx
, a meno che non si viva
pericolosamente. Se così è, mi si nomini beneficiario della propria
polizza vita inusualmente grande e si riavvii xdm
.
XFS
siano visibili
Una volta stabilita una sessione X, si può verificare che il proprio
server veda tutti i font di xfs
elencandoli attraverso il server
X
.
shell utente
$ xlsfonts
-adobe-courier-bold-i-normal--0-0-0-0-m-0-iso8859-1
-adobe-courier-bold-o-normal--0-0-100-100-m-0-iso8859-1
-adobe-courier-bold-o-normal--0-0-75-75-m-0-iso8859-1
....
xfstt
ed installare i font TrueTypeA questo punto assumo che si abbia un font server xfs
funzionante
e che si voglia aggiungere il supporto TrueType attraverso xfstt
.
XFSTT
Se non lo si è già fatto, si installi main/binary-*/x11/xfstt_*.deb
.
Si copino i propri font TrueType nella directory
/usr/share/fonts/truetype
. Questi file solitamente hanno
l'estensione .ttf
e dovrebbero avere i permessi 0444
.
XFSTT
Si riavvii il server xfstt
con l'opzione force-reload
shell di root
# /etc/init.d/xfstt force-reload
XFSTT
stia funzionando
Prima di modificare il nostro file XF86Config
, si dovrebbe
verificare che il server xfstt
stia funzionando.
Importante: il server xfstt
della Debian è in ascolto sulla
porta 7101 non sulla 7100. Inoltre i permessi predefiniti richiedono
che si esegua questa interrogazione come root.
shell di un utente e di root
$ fslsfonts -server unix/:7101
_FSTransSocketUNIXConnect: Can't connect: errno = 111
fslsfonts: unable to open server "unix/:7101"
# fslsfonts -server unix/:7101
-ttf-arial black-medium-r-normal-regular-0-0-0-0-p-0-iso8859-1
-ttf-arial mt black-medium-r-normal-regular-0-0-0-0-p-0-iso8859-1
-ttf-arial narrow-bold-i-normal-bold italic-0-0-0-0-p-0-iso8859-1
/etc/X11/XF86Config
per usare xfstt
Ora si è pronti per dire all'X server di usare il font server
xfstt
. Vogliamo che preferibilmente usi i font TrueType
piuttosto che tutti gli altri.
/etc/X11/XF86Config
Section "Files"
FontPath "unix/:7101"
FontPath "unix/:7100"
FontPath "/usr/X11R6/lib/X11/fonts/misc/"
EndSection
XFSTT
siano visibili
Una volta stabilita una sessione X, possiamo verificare che il nostro server veda tutti i font TrueType elencandoli.
$ xlsfonts | grep ttf
-ttf-arial black-medium-r-normal-regular-0-0-0-0-p-0-iso8859-1
-ttf-arial mt black-medium-r-normal-regular-0-0-0-0-p-0-iso8859-1
-ttf-arial narrow-bold-i-normal-bold italic-0-0-0-0-p-0-iso8859-1
....
A questo punto dovrebbe essere possibile usare un font TrueType in
applicazioni come GIMP
, Netscape
o StarOffice
. Poiché
la maggior parte dei font TrueType non sono «equamente spaziati»
(monospaced) probabilmente non conviene usarli con xterm
.
Se si sta usando il font server xfstt
, è banale installare font
TrueType addizionali.
/usr/share/fonts/truetype/
xfs
con /etc/init.d/xfs restart
xfstt
ha la capacità di generare diverse codifiche di font, a
patto che i font TrueType contengano i glifi (glyph) necessari. Per
abilitare font diversi da iso8859-1/unicode-1, si deve modificare
manualmente lo script /etc/init.d/xfstt
:
/etc/init.d/xfstt
- start-stop-daemon --start --quiet --exec $XFSTT -- \
--port $portno --daemon
+ start-stop-daemon --start --quiet --exec $XFSTT -- \
--port $portno --encoding iso8859-1,koi8-r,windows-1252,symbol-0 \
--daemon
Le codifiche riconosciute in Debian 2.1 sono:
I primi 128 caratteri nelle codifiche iso8859-x
sono sempre
l'ASCII. I font windows-
abbracciano e estendono gli
iso8859-1
con caratteri addizionali come «smart quotes» (poiché
queste estensioni, come le «smart quotes» non sono definite in
iso8859-1
, sono solitamente rese con dei punti di domanda).
Eccellenti fonti di informazioni aggiuntiva sulle codifiche dei set di caratteri si possono trovare a
http://ppewww.ph.gla.ac.uk/%7Eflavell/iso8859/iso8859-pointers.html
,
http://anubis.dkuug.dk/i18n/
and
http://czyborra.com/charsets/iso8859.html
.
Qua sopra ho usato i socket Unix, ma i pacchetti Debian standard
configurano anche xfs
e xfstt
per restare in ascolto sulle
porte 7100 e 7101, rispettivamente. L'accesso a queste porte dovrebbe
essere controllato dal campo trusted-clients
in
/etc/X11/xfs/config
, ma questa opzione non è implementata in
XFree86 3.3.2.3a.
Ciò significa che chiunque, da ovunque, può connettersi al font
server. Poiché xfs
(e presumibilmente xfsts
) si «clonano»
per supportare più utenti esiste un banale attacco tipo
denial-of-service contro questi sistemi. Probabilmente è sicuro
utilizzare i font server su linee in dialup (poiché si è presenti per
gestire il problema), ma gli utenti di DSL e cable modem dovrebbero
usare un firewall.
ghostscript
)A partire dalla versione 4, ghostscript
supporta i font TrueType
con un'opzione in compilazione. Due pacchetti Debian forniscono
ghostscript
:
main/binary-*/text/gs_*.deb
versione 5.10 conforme alle DFSG,non-free/binary-*/gs-aladdin_*.deb
versione 5.50 non
conforme alle DFSG.
Ghostscript
per usare i font TrueTypeSe si ha un server xfstt
funzionante, è facile configurare
ghostscript
per usare i font TrueType. Si esegua semplicemente
il comando seguente:
# xfstt --gslist --sync >> /etc/gs.Fontmap
Nella pratica ho scoperto che trae vantaggio da alcune piccole
modifiche alle definizioni dei font generate da xfstt
. Per prima
cosa, se un nome di font non contiene alcuno spazio, cambio il nome
nella notazione usuale. Se un nome di font contiene degli spazi,
rimpiazzo tutti gli spazi con trattini e il nome originale viene
aggiunto come alias per il nuovo nome.
Per finire, antepongo TTF-
(o MS-
) a tutti i nomi dei font
per minimizzare i problemi causati da font TrueType che hanno lo
stesso nome di font preesistenti.
Quindi
(Arial) (/usr/share/fonts/truetype/arial.ttf) ;
(Arial Bold Italic) (/usr/share/fonts/truetype/arialbi.ttf) ;
diventa
/MS-Arial (/usr/share/fonts/truetype/arial.ttf) ;
/MS-Arial-Bold-Italic (/usr/share/fonts/truetype/arialbi.ttf) ;
(Arial Bold Italic) /MS-Arial-Bold-Italic ;
/Arial /MS-Arial ;
Gli alias assicurano che ghostscript
e xfstt
possano ancora
specificare lo stesso font con un nome comune.
Molto più importante, con le modifiche ai nomi dei font è possibile
istruire ghostscript
ad usare il font TrueType invece dei font
standard. La documentazione afferma che questo è possibile anche con
la notazione con le parentesi, ma io non sono riuscito a farlo
funzionare.
Per esempio, possiamo istruire ghostscript
a rimpiazzare i font
Helvetica con i font Arial gratuiti della Microsoft aggiungendo le righe
seguenti al file /etc/gs.Fontmap
:
/Helvetica /MS-Arial ;
/Helvetica-Oblique /MS-Arial-Italic ;
/Helvetica-Bold /MS-Arial-Bold ;
/Helvetica-BoldOblique /MS-Arial-Bold-Italic ;
Alias simili possono essere definiti per gli altri font standard.
Questi alias possono essere molto utili sulle stampanti samba
che
servono client Windows.
Il modo migliore per verificare che ghostscript
sia configurato
propriamente per usare i font TrueType è di stampare le pagine
«campione» dei font. Assumendo di usare ghostscript
5.50 e che
sia la propria coda di stampa predefinita, si possono stampare tutti i
font TrueType con il seguente comando:
# xfstt --gslist --sync | printfont
dove printfont
è il seguente script shell
#!/bin/sh
set -e
IFS= ')'
while read fontname rest
do
cat << EOM | lpr
%!PS
(/usr/lib/ghostscript/5.50/prfont.ps) run
$fontname) DoFont
EOM
done
Se si vogliono stampare solo alcuni font, lo script seguente sarà più facile da usare:
#!/bin/sh
set -e
while read -p "Nome di font, o ^D per uscire: " fontname
do
cat << EOM | lpr
%!PS
(/usr/lib/ghostscript/5.50/prfont.ps) run
$fontname DoFont
EOM
done
AFM
I file di metrica AFM
non sono necessari per visualizzare file
già esistenti con i font TrueType, ma sono necessari per creare nuovi
file. Per generare questi file di metrica potrebbe essere usato il
programma di ghostscript
/usr/lib/ghostscript/5.50/printafm.ps
, ma io ho trovato che
il programma ttf2afm
del pacchetto tetex-bin
è più facile da
usare.
Lo script seguente genererà un file afm
per tutti i font TrueType
in una directory:
#!/bin/sh
set -e
for i in *.TTF
do
/usr/bin/ttf2afm $i > ${i%TTF}afm
done
for i in *.ttf
do
/usr/bin/ttf2afm $i > ${i%ttf}afm
done
Un problema minore con ttf2afm
è che alcune applicazioni si
aspettano che i file afm
comincino con il tag
StartFontMetrics
, mentre i file creati ttf2afm
iniziano con un commento. Questo «problema» è facilmente risolvibile
modificando ciascun file con un editor di testo.
font.map
Una volta che si hanno i file afm
, si deve dire al sistema come
trovarli. Questo spesso è fatto attraverso il file font.map
.
Non mi è stato possibile trovare documentazione sul formato di questo
file, diversamente da fonts.dir
, fonts.scale
e
fonts.alias
, tutti creati dal programma mkfontdir
.
Comunque il formato minimo sembra abbastanza semplice:
AFM
, senza estensioneGli alias sembrano essere implementati tramite voci multiple e l'estensione dei file deve essere in caratteri minuscoli.
GIMP
GIMP
è il programma di grafica e manipolazione di immagini della
GNU. Non è servito fare modifiche ulteriori per usare i font TrueType
con gimp
.
enscript
Enscript
è un programma che converte ASCII in PostScript. Altri
programmi che servono per scopi simili sono a2ps
e mpage
.
Non riformatta il testo e solitamente è usato per stampare listati
di codice sorgente.
Per usare i font TrueType con enscript
, si devono fare due cose:
/usr/share/fonts/truetype
al proprio AFMPath
.Per i dettagli si veda la documentazione di enscript
.
Una volta fatte queste modifiche, non ho avuto problemi ad usare i font TrueType.
groff
Groff
è l'interfaccia Gnu al sistema di formattazione di
documenti groff/troff. È con le pagine man
che si può meglio
apprezzare la potenza di Groff
.
shell utente
$ zcat /usr/man/man1/groff.1.gz | groff -man | lpr
A parte le pagine man, una quantità incredibile di documentazione Unix
usa la formattazione troff
con le macro ms
(e qualche
volta me
). Il pacchetto xbooks
di Debian, per esempio,
contiene 43 file che usano troff
con le macro ms
. Con
groff
questo materiale può essere stampato in maniera elegante.
Groff
è un sistema molto potente, ma è il nipote (o il pronipote)
di un programma utilizzato per la composizione dei testi per le presse
di stampa degli anni '60. Il supporto dei font in groff
riflette
questo retaggio. Groff
, diversamente dai suoi predecessori, usa
PostScript come formato d'uscita predefinito e quindi il precedente
lavoro fatto con ghostscript
risolve metà del problema:
groff
non si deve preoccupare della lettura dei file dei font
TrueType. Ha bisogno di avere a disposizione metriche di font
accurate e questa sezione descrive come rigenerare i file di
groff
necessari:
File di descrizione PostScript di Groff
/usr/share/groff/font/devps/DESC
File di descrizione del dispositivo
/usr/share/groff/font/devps/text.enc
Codifica usata per i font testo
/usr/share/groff/font/devps/generate/textmap
Mappa predefinita
/usr/share/groff/font/devps/generate/Makefile
Makefile standard
Si deve modificare il Makefile,
/usr/share/groff/font/devps/generate/Makefile
- afmdir=/usr/local/afm
+ afmdir=/usr/share/fonts/truetype
cambiando il nome dei font con il loro equivalente TrueType (e.g.,
se si usano i font TrueType gratuiti di Microsoft si rimpiazzerà
Helvetica
con Arial
), e modificare TEXTFONTS
e simile per includere solo questi font ridefiniti.
Si deve pure modificare
/usr/share/groff/font/devps/generate/afmname
per usare i nomi
dei font TrueType e i file afm
e per rimuovere un'opzione
"-e"
da awk
.
Dopo tutto questo, si possono ricostruire le tabelle di groff
con
shell utente
$ cd /usr/share/groff/font/devps
$ make -f generate/Makefile
Come al solito, il modo migliore per verificare le modifiche è
usare font facilmente riconoscibili. E.g. se si stanno usando i font
TrueType gratuiti della Microsoft si può usare Mistral
per
TR
.
(Il 1° aprile prossimo mi aspetto delle royalty da chiunque riconfigurerà il proprio sistema per stampare le pagine man con il font Old English!)
TeX
TeX
è un altro insieme molto comune di programmi per la
formattazione e composizione del testo presente sulla maggior parte
dei sistemi GNU/Linux.
I font di TeX
possono essere creati con mktexmf
, ma ho poche
informazioni sull'esatto processo. Maggiori dettagli saranno forniti
al più presto.
La principale domanda senza risposta è perché se netscape
communicator
può usare i font TrueType, e ghostscript
può usare gli stessi font TrueType, le pagine stampate da
netscape
non assomigliano a quelle sullo schermo.
La risposta breve è che netscape
genera l'output PostScript con
i font standard (Helvetica e Times-Roman) invece di quelli specificati
dall'utente o specificati nel file HTML. La risposta lunga è che non
ho assolutamente idea del perché forzi questo comportamento o se ci
sia un modo per evitarlo.
Se si cercano font TrueType ecco qui diversi posti dove si può cominciare a guardare:
http://www.microsoft.com/typography/fontpack/
http://www.acidcool.com/
http://www.webring.org/cgi-bin/webring?ring=fontring&list
Nessun articolo sul supporto TrueType sotto Linux potrebbe essere completo senza un commento sui font TrueType gratuiti di Microsoft. Vediamo prima se sia legale utilizzare questi font gratuiti di Microsoft:
http://www.microsoft.com/typography/faq/faq8.htm
Q. Cosa posso fare con questi font? · Chiunque può scaricare ed installare questi font per il proprio uso personale. · I progettisti [di pagine web] possono specificare questi font all'interno delle loro pagine web ...
Chiaramente, è legale e ragionevole per gli utenti Linux scaricare e installare questi font e quindi vorrei ringraziare la Microsoft per averli resi disponibili.
Poiché un'altra clausola restringe la loro redistribuzione «in
qualsiasi forma che aggiunga valore a prodotti commerciali» non mi
aspetto di vedere molto presto dentro a main
il pacchetto con
questi font (potrebbero essere impacchettati dentro a non-free
,
forse utilizzando un pacchetto installatore...?).
Ora che questo è stato chiarito, voglio dirigere la vostra attenzione sulla seconda clausola. Microsoft incoraggia attivamente gli sviluppatori di pagine web a specificare i suoi font nelle pagine web e molti editor HTML chiamano esplicitamente questi font.
Molti siti web, quando vengono visti con un Netscape/Linux standard, possono al più essere descritti come... decifrabili. Alcuni non lo sono nemmeno. Non è una coincidenza che i siti che sono, diciamo, leggibili sono solitamente quelli che specificano esplicitamente tutte le informazioni sui font nelle loro pagine web.
Dopo aver installato questi font ho notato che la maggior parte di questi siti problematici sono diventati significativamente più attraenti. Molti erano ancora altamente Windows-centrici, ma almeno non devo ritrarmi schifato ogni volta che carico le loro pagine.
La mia raccomandazione è di installare i font TrueType gratuiti della
Microsoft per il proprio browser. Non è richiesto di creare pagine
web usandoli e nemmeno di configurare ghostscript
per usarli.
Copyright © 1999 by Bear Giles.
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